Questa guerra è anche la mia guerra. Ancora non mi sono adattata all’idea di rimanere in Italia. Mai ho pensato che non sarei più tornata a Tripoli, davanti alla rassegnazione di tanti, al distacco di alcuni, io ho sempre saputo che sarei tornata, non ho mai preso in considerazione l’eventualità di un addio definitivo. Fino a ieri…
Sono arrivati, i disordini sono da noi. Adesso Tripoli è sotto assedio per davvero e non è ancora al culmine degli scontri… Non essendoci più un ordine pubblico, le bande di saccheggiatori agiscono dove possono e molto possono; qualche settimana fa avevo saputo del saccheggio delle case all’interno del compound Regatta, il più attrezzato e abitato da stranieri a Tripoli. Io non abito in questo villaggio per vari motivi, immaginavo che avrebbe attirato le mire di chi, ingolosito dal contenuto di queste case, avrebbe fatto di tutto per arraffare ciò che esse custodivano. E così è stato, è la guerra.
La mia di casa (in affitto) nei quartieri per tripolini è ancora custodita dal suo proprietario che vi abita vicino, spero che non succeda nulla, che la maggior parte dei miei averi non vadano perduti (nessuno di gran valore monetario a parte tutti gli elettrodomestici nuovissimi, ma preziosi per me che coltivo da sempre i valori simbolici e di ricordo, a maggior ragione laggiù dove ho trascorso tanti momenti intensi e la prima infanzia del mio bambino).
Gli uffici invece non si sono salvati, depredati di tutto il preziosissimo contenuto, made in Italy che era stato trasportato fino qui per dare una ottima rappresentanza della nostra produzione. Se penso al lavoro, arrabbiature e dedizione che ci sono voluti per renderlo così bello…
Questa guerra mi colpisce personalmente, mi ha sconvolto la vita e interrotto i progetti, certo sono viva, sana e comodamente seduta sul mio letto a scrivere in un blog, cosa che in Libia oggi non è così scontata. Le persone a cui voglio bene non so dove siano, non riesco a comunicare, comunque ci riproverò e presto, non è impossibile via telefono se stanno ancora in Libia…
maaleeesh dice
quanto mi dispiace. purtroppo la guerra e' sempre brutta. se poi si aggiunge l'angoscia di non sapere e' anche peggio. ti posso capire. un abbraccio solidale.