Domenica 25 febbraio a Milano, io e Ricciolo abbiamo provato in anteprima Labo il nuovo gioco di Nintendo. Si tratta di un kit, badate bene, in cartone da abbinare alla console Switch.
Che cosa hanno da condividere cartone e videogioco? Ebbene, Nintendo è riuscita a coniugarli egregiamente creando un gioco coinvolgente.
Coinvolgente in tutti i sensi, poiché non vorresti smettere e perché unisce genitori e figli a costruire e trascorrere momenti insieme…
All’arrivo ci è stato consegnato uno spesso cartone con le sagome fustellate con le quali abbiamo montato una macchinina a sei gambe; il signor Ricciolo, più concreto, è riuscito senza indugio a individuare i pezzi e montarli grazie anche all’aiuto del tutorial visibile sullo schermo della console. Poi, ci siamo dedicati alla personalizzazione e decorazione del Toy-Con (così si chiama) con stickers, washi-tape, pompom e tanti accessori coloratissimi.
È inusuale, ma l’accoppiamento di parti in cartone con un device così tecnologico è assolutamente riuscito, l’integrazione tra due concetti così apparentemente lontani tra loro è risultata vincente ed efficace.
Una volta entrati nel mood del divertimento e della condivisione, abbiamo potuto sfidarci, così Rosina, la mia creazione un po’ leziosa guidata dalla Switch, ha abbattuto a più riprese il mostriciattolo del mio pargolo. Avrei giocato ancora a lungo ma c’era la coda di altri impazienti combattenti.
Abbiamo provato tutte le creazioni contenute nei due kit di Nintendo Labo.
Ed è stato così che ci siamo immedesimati in motociclisti con tanto di manubrio per sfrecciare sulle piste virtuali dello schermo (si può anche impennare!). La motocicletta si impugna realmente, non è un joystick, è un vero manubrio (in cartone montato e personalizzato da noi) con tanto di acceleratore e freno per immergerci ancora meglio nell’esperienza. Oltre a viaggiare sulle piste comprese nel software del kit, è possibile creare percorsi a nostro piacimento.
Poi siamo passati al pianoforte che era l’attrazione che mi attirava di più, vista la mia passione per l’esecuzione musicale. La sorpresa è nata dal fatto che il gioco non si limita ad eseguire i classici suoni dello strumento: Labo dà la possibilità di cambiare i suoni posizionando una vite all’interno di un foro riproducendo le voci di animali o di uomini baffuti. Si possono ulteriormente personalizzare le funzioni del piano inventando infinite musiche e intere composizioni con la “programmazione” che la Switch consente, arrivando a creare persino un’orchestra con tanto di schede per il ritmo.
La casetta non immaginavo cosa offrisse ed è stata una piacevole scoperta: questo gioco – adatto anche ai più piccoli – si modifica collocando i blocchetti all’interno dei tre fori delle pareti, un connettore, un rubinetto, una manovella e una carica combinati in diverse maniere consentono l’apparizione di modalità interattive differenti.
La canna da pesca riproduce in maniera verosimile le azioni e i movimenti che si compiono nella realtà, permette concentrazione, attenzione e rilassamento, coerentemente alla filosofia di Labo di unire manualità al virtuale. Si può addirittura creare un pesciolino di fantasia da immergere nelle acque del nostro video.
La macchinina radiocomandata funziona grazie alle vibrazioni che compie il joy-con di Switch, la frequenza delle vibrazioni è modificabile, inoltre si può utilizzare la telecamera a infrarossi per arricchire il gioco con percorsi al buio e quant’altro la nostra fantasia ci ispirerà.
Il secondo kit consente di costruire il robot: la parte fisica è simile a uno zaino da montare in spalla con cavi da collegare a piedi e mani. Possiamo così immedesimarci nel robot visibile sullo schermo (anche quello della tv) che ripeterà i nostri movimenti e in più potrà volare o trasformarsi in un’auto per poter abbattere nemici e città. Abbassando il visore davanti agli occhi avremo invece la visuale in prima persona, come fossimo noi stessi il robot.
Il software allegato a ogni kit illustra in maniera comprensibile ai ragazzi i principi e le tecnologie che stanno dietro al funzionamento dei giochi, così si fanno anche l’idea di come funziona concretamente il coding.
Il Garage ci mostra come inventare altri giochi. Sarà possibile imparare a costruire altri oggetti e quando serve, ripararli riciclando ad esempio la scatola di cartone della pizza.
Il principio base su cui funziona Labo – semplificando – consiste nell’interazione tra la telecamera a infrarossi del joy-con e le piccole superfici riflettenti sparse all’interno dei meccanismi di cartone.
Chi non ha mai sognato di costruirsi un gioco da sé?
Peccato non aver portato a casa le nostre creature a sei zampe…
I miei video con le prove di Labo sono visibili su Twitter qui:
Labo sarà in vendita a partire dal 27 aprile 2018.
Potete trovare informazioni su Labo alla pagina di Nintendo.
In collaborazione con Nintendo Labo
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