A me sembravano più di 40 km, sarà che il tragitto verso questa città (che sta a sud della capitale) era uggioso nella prima parte: chilometri di strada rettilinea in una pianura che, probabilmente a causa dei monti che la chiudono a sud, è sempre offuscata da una foschia giallina.
Per chi non è del luogo sembra tutto uguale quel paesaggio della Gharyan Rd., piatto, monotono… Unica osservazione che mi svegliava dal torpore del viaggio senza cambio di marcia e che sorgeva dalla memoria dei miei studi urbanistici era: poteva questa essere una strada creata dagli italiani all’epoca della colonia o più recentemente? Con uno “stile” italiano insomma. Non so, era un sentore che veniva da un “istinto storico” che si è formato osservando ma sopratutto vivendo il mondo che sta intorno a me (ovviamente, essendo io cresciuta in Italia…). Una strada semplice, banale, ma contraddistinta da alberature ai bordi, cosa non comune in Libia, ecco il segreto di “cotanta” intuizione, alberatura di una certa età per confermare la mia personale teoria sull’epoca coloniale. Teoria di cui al momento non ho né smentite né conferme.
La strada nel tempo è stata allargata ed è molto comoda per lo scorrazzare dei pickup sempre più numerosi.
Ma a un certo punto il paesaggio cambia drasticamente: il fluire del percorso si modifica e vivacizza il suo ritmo e comincia pure a salire sui monti (800 metri di altitudine), i colori cambiano, le rocce – rosse e gialle – affiorano e talvolta sgretolano inquietanti. I tornanti diventano parecchi e impegnativi ma finalmente il viaggio e lo scenario intorno diventano più interessanti. Arrivati infine in cima a questo percorso, si apre l’altopiano che porta a Gahryan (غريان) : siamo sulle Nafousa Mountains, famose in questo periodo ma non per la loro bellezza e le terracotte colorate.
Villaggio berbero conosciuto per le sue case troglodite, cioè costruite sotto il livello del terreno, tutt’ora funzionanti e funzionali, Gharyan è meta di turisti locali e stranieri. Un bel villaggio (cioè per noi una cittadina, ma sarebbe questo un termine inadatto in questi luoghi).
Ma del villaggio e delle sue case ne parlerò più avanti, oggi la cronaca mi riporta a pensare a questi paesaggi e colori…
maaleeesh dice
spero di poter fare un giorno quella strada, guardare le montagne gialline sullo sfondo e provare la tua stessa sensazione che sia cosa nostra quella strada!!
maaleeesh dice
mi piacerebbe un giorno percorrere quella strada. guardare quelle montagne sullo sfondo e provare la sensazione di aver avuto la tua stessa intuizione
Tamerice dice
Ops… non ho pubblicato le foto del lungo, noioso tratto piano che va dalla periferia sud di Tripoli fino a questi monti (che tutto sommato occupa la maggior parte della mia descrizione nel post). In realtà non l'ho nemmeno mai fotografato dato che è così poco interessante dal punto di vista estetico.
Però potrei cercare e pubblicare qualcosa se trovo delle immagini, tanto per farsi un'idea dei viali alberati di cui parlavo.
Presumo che anche questo tratto curvo sia opera coloniale (ma anche precedente) dato che Gharyan esisteva da tempo e ci sono diversi edifici e chiese italiani.