Finalmente anche le ragazze in Arabia Saudita potranno guidare le loro auto!
Uno degli ultimi post che scrissi, prima della lunga sospensione di questo blog, raccontava proprio del divieto di guida per le donne di questo Paese e ora, un po’ a sorpresa, vediamo che il 26 settembre 2017 un altro passo verso liberà e diritti è compiuto.
La notizia ha fatto il giro del mondo, ma che cosa succederà nell’immediato e nei prossimi mesi,
quali sono i risvolti che ruotano attorno a questa riforma e quali le conseguenze meno avvertibili per noi che siamo lontani da questa realtà?
A partire da giugno 2018, quando entrerà in vigore la legge, molte più donne potranno lavorare, potranno andare a portare i figli a scuola senza che la famiglia debba più spendere denaro per un autista privato, per un taxi o senza dover coinvolgere un parente maschio che le accompagni. Infatti nel Paese saudita non ci sono i mezzi pubblici e le donne che lavorano devono spendere gran parte del loro stipendio per un driver privato.
[http://www.globalist.it/donne/articolo/2012211/cade-un-taba-anon-per-guidare-ma-per-viverea.html]
La società civile saudita, conservatrice ma anche istruita, sta reagendo in maniera differente ed eterogenea: insieme a coloro che hanno esultato, ci sono persone che non sanno se essere contente o meno della novità, aspettano per vedere come andrà nei prossimi anni. Altri invece non apprezzano affatto questo cambiamento e tra questi non ci sono solo anziani e religiosi ma anche giovani e donne.
Ci sarà un bel lavoro di convincimento da fare per cambiare la mentalità di parte della popolazione, per molti questo passo è stato un errore, temono che questa libertà permetterà alle donne di disobbedire alla famiglia. Un hashtag top trend significativo che è apparso su Twitter Arabia all’indomani del decreto reale dichiarava che: “Le donne di casa mia non guidano”. A metà pomeriggio di Mercoledì 27 settembre, l’hashtag in arabo “Il popolo disapprova le donne alla guida” era apparso su 335.000 tweet.
Altre novità saranno di tipo economico e commerciale:
La decisione dell’Arabia Saudita di aprire il proprio mercato dell’auto a circa la metà dei suoi 32 milioni di abitanti avrà un impatto positivo anche sulla domanda di veicoli che ultimamente era in calo.
Produttori leader come Toyota e Hyundai (in Arabia sono diffusissimi i loro SUV), dovranno aumentare l’offerta: le donne che lavorano e le studentesse richiederanno un maggiore assortimento di modelli come compatte e berline. Probabilmente le più grandi case automobilistiche apriranno anche sedi di produzione sul territorio. Insomma questo rinnovo nei costumi avrà ripercussioni positive anche per un rilancio economico del Paese.
Nel rovescio della medaglia però vedremo che servizi e app come Uber e Careem, che forniscono circa l’80 per cento delle corse alle donne, potrebbero subire un calo della domanda.
Ma non è del tutto vero dato che inizialmente, a causa dell’aumento di conducenti inesperte che potranno creare problemi di sicurezza stradale, si pensa che proprio questi servizi attenueranno l’impatto negativo, almeno in un primo momento.
In più Uber e Careem si gioveranno di un nuovo pool di conducenti di sesso femminile dedicato per il noleggio auto.
L’altro gruppo che vedrà meno domanda e che potrà subire un contraccolpo saranno le migliaia di autisti privati che lavorano direttamente per le famiglie, molti di questi sono immigrati a basso salario provenienti dal Bangladesh, Pakistan, Indonesia e Filippine. Il cambiamento potrebbe trasformare i modelli di immigrazione del paese se le persone non avranno più bisogno della loro professione .
Intanto da oggi possiamo osservare la nascita delle prime driving school, le scuole guida per ragazze quale ad esempio quella presso l’Università “Princess Nourah”.
Le sfide per il prossimo futuro saranno stimolanti.
Fonti:
http://www.globalist.it/donne/articolo/2012211/cade-un-taba-anon-per-guidare-ma-per-viverea.html
https://www.nytimes.com/2017/09/27/world/middleeast/saudi-women-drivers.html?mcubz=1
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